La Dalmazia rientrava per i nazionalisti italiani nel novero delle “terre irredente” ed aveva alimentato nel primo dopoguerra il mito della “vittoria mutilata”.
Perciò, a Giuseppe Bastianini, nominato governatore della regione annessa, viene affidato il compito di avviare una politica di italianizzazione forzata sul modello della Venezia Giulia, ma ancora più accelerata.
L’amministrazione ne risente gravemente, perché non tutti conoscono l’italiano, mentre la snazionalizzazione suscita l’ostilità della popolazione croata, che costituisce la quasi totalità dei residenti.
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