Le autorità italiane non estendono alla provincia di Lubiana la legislazione volta a cancellare l’identità nazionale slovena precedentemente applicata nelle province di Gorizia e Trieste, perché la Slovenia è considerata terra di conquista e non irredenta e di italiani non ve ne sono mai stati. Alla provincia viene promessa anche una larga autonomia, che però rimane sulla carta.
L’Alto Commissario Emilio Grazioli, già federale di Trieste, avvia una politica di fascistizzazione, appoggiandosi anche ad elementi locali di estrazione cattolica e liberale, che considerano l’occupazione italiana un male minore rispetto a quella tedesca.
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