Dalla Slovenia e dalla Dalmazia le truppe italiane cercano di raggiungere il territorio nazionale, aiutate spesso dalla popolazione locale.
A Fiume, il generale Gambara, inviato dal Comando supremo per attaccare i tedeschi, consegna invece loro la città.
Nei dintorni di Gorizia, partigiani sloveni ed operai dei cantieri di Monfalcone cercano di resistere alle truppe germaniche. Di lì a poco un’assemblea convocata dal movimento di liberazione proclama l’annessione alla Slovenia del Litorale, comprese Trieste e Gorizia.
A Pisino invece viene proclamata l’annessione dell’Istria alla Croazia. Nell’interno della penisola istriana per circa un mese il potere viene assunto dalla autorità partigiane che, come nelle altre zone libere in Jugoslavia, procedono all’eliminazione dei “nemici del popolo”, in questo caso tutti italiani, nella misura di circa 500 persone
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