Mentre le truppe italiane cercano invano di eliminare la presenza partigiana in Slovenia, il movimento di liberazione riesce a travalicare il vecchio confine di Rapallo, diffondendosi anche nelle province di Gorizia e di Trieste, dove può contare sull’appoggio della popolazione slovena, esasperata da vent’anni di oppressione fascista.
Alla diffusione dell’attività partigiana segue la repressione, secondo le modalità già in atto nella provincia di Lubiana e con gli stessi, scarsi, esiti.
Ai rastrellamenti accompagnati da incendi ed eccidi si accompagna la costituzione di un Ispettorato speciale di pubblica sicurezza per la Venezia Giulia, specializzato nell’infiltrazione e nell’uso sistematico della tortura.
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